domenica 11 maggio 2014

# 58

Ti ho dato tutta me stessa. Ti ho regalato il mio cuore, i miei giorni, i miei pensieri, il mio corpo.
Ti ho donato quello che avevo senza remore, perché mi fidavo di te.
E mi hai pugnalata. Infinite volte. Prima al corpo, con ferite non mortali.
Tagli sanguinanti che si sono rimarginati presto, lasciando le loro cicatrici.
Poi mi hai pugnalata dritta al cuore.
Tre volte.
Tre enormi squarci che ho tentato con tutta me stessa di rimarginare, ma non ce la faccio, non posso.
Continuano a sanguinare, a portarmi via ogni briciolo di forza.
Il mio amore si è prosciugato.
Sono diventata arida, il cuore di sabbia si è sgretolato.
Pensavo non potesse farmi male, avendo già l'anima infranta.
Forse questo è il dolore che si prova quando si è ricostruito pian piano qualcosa, custodendola come un tesoro prezioso, e la si vede nuovamente spezzarsi in due.

Ed ora mi sento completamente, irrimediabilmente  vuota.
Non ci sei più dentro di me, anche l'ultima goccia è scivolata via.

giovedì 8 maggio 2014

# 57


In questo istante sono nei sotterranei del dipartimento. C'è l'aula studio più grande dell'intera struttura qui e, sebbene fuori ci sia un sole quasi molesto, è un ambiente fresco, quasi freddo.

Ho deciso di uscire di casa e mettermi a studiare seriamente: rimanendo tra le mura domestiche, divagavo sin troppo con la scusa del cucinare, riordinare e tutto quello che poteva costituire una distrazione più piacevole dello stare incollata per ore sul libro.

Invece qui sono circondata da persone che studiano, bisbigliano, scrivono fittamente e fanno quello che ogni studente dovrebbe fare quando vede gli esami avvicinarsi pericolosamente.



Non ho fame, oggi. Come al solito, dovrei dire, ma benché mi manchi lo stimolo non mi sono di certo controllata dall'ingozzarmi. E alla fine il corpo ha chiesto il conto, facendomi aumentare di peso dopo averlo maltrattato così a lungo.

Non so cosa mi sia preso, tutto quel bellissimo controllo ferreo che finalmente riuscivo ad esercitare su una pulsione così animalesca come il nutrirsi senza ritegno, svanito nel nulla.

Lo stress mi fa l'effetto peggiore, mi fa spalancare le fauci e spegnere il cervello.



Quindi, meglio stare in questo scantinato, lontana da frigoriferi, mense, bar e qualsiasi posto possa dispensare cibo, senza spiccioli da perdere alle macchinette, che magari riesco a concludere qualcosa con lo studio.



Sabato scorso è stato il mio compleanno. Tralasciando la sensazione che mi ha dato sapere che ho fatto 22 anni e non sono stata ancora in grado di concludere nulla né iniziare a delineare una strada da intraprendere per il futuro... Non dico di dover già decidere tutto, ma almeno sapere a grandi linee cosa voglio farne della mia vita!

La solita sensazione di essere in balia dei giorni che passano non mi abbandona mai.

Ho trascorso la giornata a casa, sola come un cane. C. lavorava fino a sera e quelli che speravo volessero passare con me il mio compleanno, mi hanno dato buca o non si son proprio fatti vivi. Va beh, non stavo neanche tanto bene quindi non avevo di certo grandi progetti di baldoria...

Poi C. è tornato a casa con un'ora di ritardo, trattenuto a lavoro per uno straordinario, s'è sdraiato un attimo a letto nel frattempo che mi finivo di preparare... Ed è crollato. Morto, andato, in coma. Inutile scuoterlo, non si svegliava.

Mi sono rassegnata alla prospettiva di quella giornata orribile che volgeva al termine e infine è riuscito a riemergere dal vegetare sul letto, si è reso conto che dovevamo uscire due ore prima e s'è messo a piangere.

Va beh, siamo usciti anche se ormai stavo per mettermi il pigiama e ci siamo fatti un giro in centro, mangiato in un pub e tornati a casa.

E basta, questo è stato il mio splendido ventiduesimo compleanno. Mi sento vecchia dentro. A quest'età dovrei godermi ogni attimo che passa, fare esperienze, divertirmi il giusto e sognare un futuro che inizia a concretizzarsi, invece non faccio altro che trascinarmi dal letto al divano, senza la voglia di far nulla e senza più forza di combattere contro me stessa.



Allegria!

Ah, ho scoperto che dovrò mettere gli occhiali fissi. Il lieve difetto che mi portava a mettere gli occhiali quando stancavo molto la vista è peggiorato.

E niente, tutto qui. Una vita grigia. Non aggiorno mai perché non c'è molto da dire, ho un'esistenza noiosa.



Baci,

Moony

venerdì 2 maggio 2014

# 56

You know the games I play 
And the words I say 
When I want my own way 
You know the lies I tell 
When you've gone through hell 
And I say I can't stay 
You know how hard it can be
To keep believing in me 
When everything and everyone
Becomes my enemy and when
There's nothing more you can do 
I'm gonna blame it on you 
It's not the way I want to be 
I only hope that in the end you will see 
It's the Opheliac in me